Intervista a Alberto Quercetti: amministratore delegato della storica azienda di giochi educativi di Torino
Abbiamo avuto il piacere di incontrare Alberto Quercetti, Amministratore Delegato dell’omonima azienda leader nella produzione di giochi educativi e creativi. Dai leggendari chiodini alle rivoluzionare e innovative piste per le biglie, un viaggio tra passato e futuro che mette sempre al centro le esigenze del bambino. Una storia di successo tutta torinese capace, però, di conquistare anche l’esigente mercato estero.
Alberto Quercetti è amministratore delegato di un’azienda a conduzione familiare che nel 1950 fu fondata grazie all’intuito e alla passione di papà Alessandro per i giochi educativi e intelligenti: come vive oggi l’orgoglio e il senso di responsabilità nel portare avanti uno straordinario lavoro di oltre 70 anni
E’ una responsabilità che sento molto forte e assume significati che coinvolgono sia l’etica del lavoro che la piena consapevolezza dell’importanza che il nostro lavoro assume riguardo l’educazione dei bambini nei momenti di gioco; cosa tutt’altro che scontata.
In questo lungo percorso, è mai cambiata in qualche modo la vostra filosofia nel produrre giocattoli creativi? E come si riesce a restare al passo con i tempi, tra conoscenze e necessità della clientela sempre più frenetiche?
Il nostro approccio non è mai cambiato e già questo fa la differenza con la situazione odierna del mercato; manteniamo la posizione, a dispetto di mode passeggere, che non rincorriamo, e dilaganti strategie di marketing che relegano il bambino e i suoi bisogni di sviluppo armonico un po’ sullo sfondo. Siamo molto attenti alla sostenibilità dei nostri prodotti, quindi all’avanguardia riguardo l’uso di materiali sempre più ecologici, ma le esigenze del bambino, che, come dicevo, per noi sono centrali, rimangono antropologicamente le stesse, da sempre, e con esse noi ci confrontiamo al di là di apparenti novità ed evoluzioni.
I famosissimi chiodini hanno fatto il giro del mondo e ancora oggi vi rappresentano come meglio non si potrebbe: qual è la genesi antica di questo gioco, quale è stata l’evoluzione negli anni e quali i possibili sviluppi futuri?
L’ autentica genesi del gioco, nonostante i miei ripetuti tentativi filologici di arrivare ad una “verità” sull’argomento, rimane avvolta nell’incertezza ma, di sicuro, i “chiodini” nascono in Francia, nel primissimo dopoguerra, in una forma arcaica e molto artigianale; e anche certo che è stato Alessandro Quercetti, il fondatore dell’azienda, a sviluppare il gioco e a renderlo un prodotto industriale di successo nei primi anni ‘50. Sempre e costantemente aggiornato, il nostro prodotto più iconico non teme l’età e il Pixel Art ne è una concreta testimonianza.
Fra tutti i numerosi giochi creati dalla Quercetti, quale la appassionava di più quando era bambino e per quale invece prova oggi maggiore orgoglio e soddisfazione?
Ero stimolato dall’uso dei chiodini e dalla possibilità di creare “magicamente” immagini su tavolette traforate; oggi sono molto coinvolto dalle piste per biglie di cui siamo diventati tra i maggiori produttori a livello mondiale con soluzioni del tutto innovative e con una varietà che in pochi possono vantare.